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Psicostasia

, 26 Giugno 2021

Guardando una trasmissione televisiva che mostrava i tesori del Museo Egizio di Torino, ho imparato una parola che non conoscevo. La psicostasia indica l’antica cerimonia egizia a cui veniva sottoposto il defunto prima di poter accedere all’aldilà: Il Dio Anubi pone su un piatto di un’enorme bilancia il cuore del defunto e sull’altro una “piuma”; se  il cuore, in quanto depositario di tutte le azioni, buone o malvagie, compiute durante la vita, bilancerà la piuma, allora il defunto sarà dichiarato “giusto”, o “giustificato” ed ammesso al regno dei morti. In caso contrario, il cuore verrà dato in pasto ad Ammit, un mostro composito che somma in sé gli animali più pericolosi dell’Egitto: il coccodrillo, il leone e l’ippopotamo.

Le opinioni moderne sull’aldilà sono alquanto varie; si va dal credere che non esista niente dopo la morte al ritenere che tutti indistintamente, tranne forse “i più malvagi”, verranno ammessi in paradiso, qualunque cosa esso sia o significhi. Ma in fondo è ancora molto presente la credenza egizia, sebbene in forma diversa. Al momento della nostra morte saremo sottoposti a un giudizio e le nostre azioni verranno pesate; se soddisferanno le aspettative del Giudice, se per esempio le buone azioni controbilanceranno quelle cattive, allora e solo allora andremo in paradiso; in caso contrario, si apriranno per noi le porte dell’inferno o dovremo scontare le nostre pene in purgatorio, per un periodo indefinito di tempo.

La Parola di Dio invece ci descrive un’altra realtà; siccome la santità di Dio, il Suo amore, la Sua giustizia sono perfette, le Sue aspettative sono molto alte, molto più “leggere” della piuma di Anubi. Non c’è nessuno dunque  in grado di passare la prova, di essere assolto. L’unico modo per essere giustificato è quello che nella bilancia finiscano non le nostre azioni, molto più pesanti della “piuma”, ma quelle di Cristo, l’uomo perfetto che ha soddisfatto perfettamente la giustizia di Dio e non ha mai commesso un peccato. E questo può succedere perché Cristo ha pagato con il Suo sangue il prezzo dei nostri peccati. Ma per far nostri i benefici della croce dobbiamo credere: credere in Gesù e nel Suo sacrificio e fare di Lui il Signore delle nostre vite. In caso contrario, il nostro destino è già segnato ed è di una tristezza infinita: essere condannati senza appello dal giusto Giudice.

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