Cherry picking
Massimo Medda, 13 Dicembre 2022
Il «cherry picking», letteralmente prendere dal cesto di ciliegie quelle più belle e lasciare le altre, è una fallacia logica, vale a dire un modo di ragionare sbagliato, caratterizzato dall’attitudine da parte di un individuo volta a ignorare tutte le prove che potrebbero confutare una propria tesi ed evidenziando solo quelle a suo favore (fonte Wikipedia).
E’ un processo mentale che più o meno consciamente, con dolo o innocenza, attuiamo ogni giorno; tra le informazioni che riceviamo ogni giorno, tra gli eventi che succedono attorno a noi, prendiamo quello che ci piace, quello più in linea col nostro modo di essere, con le nostre convinzioni, con le nostre aspettative e trascuriamo il resto.
Se sono tifoso della Juventus, registrerò e mi ricorderò tutti i presunti torti arbitrali fatti alla mia squadra e mi “dimenticherò” di quegli errori che invece l’hanno favorita. Se sostengo un certo partito, tenderò a selezionare e a ricordarmi solo delle cose buone di quel partito e dimenticherò le altre, anche perché tendenzialmente leggerò giornali e visiterò siti che la pensano come me. Tra l’altro i motori di ricerca e i social sono un amplificatore di questo fenomeno perché selezionano per me le notizie che sono di mio interesse o gradimento.
Il cherry picking ha evidenti conseguenze sulla nostra vita e ci potrebbe portare a convinzioni e scelte sbagliate e di conseguenze a certe azioni, comportamenti e omissioni non corrette. Questo può avvenire anche in ambito spirituale perché possiamo “selezionare le ciliegie” anche quando leggiamo la Scrittura.
Per esempio, in campo dottrinale, se siamo calvinisti, ci ricorderemo di quei versetti che appoggiano la dottrina in cui crediamo e trascureremo tanti altri, se siamo arminiani faremo l’esatto opposto.
E anche per quanto riguarda la vita cristiana, è facile che teniamo bene a mente le parti in cui il Signore ci parla di quanto siamo preziosi ai Suoi occhi, di quanto ci ama, di quanto ci protegge, di come e quanto ci ha benedetto e ignoriamo o dimentichiamo le parti un po’ più “dure” da digerire, quelle in cui vengono per esempio elencati i nostri doveri.
Ma Paolo scrive a Timoteo che Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia (2 Ti3:16). La Parola ci è stata data anche per riprenderci, per correggerci, per mettere il dito nelle piaghe della nostra natura carnale e non possiamo “lasciare sull’albero” nessuna delle preziose ciliegie che il Signore ha preparato per noi.