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Ogni tanto ci provo

, 8 Maggio 2023

Nella cripta del duomo di Modena, c’è un gruppo di statue in terracotta colorata al cui centro si trova Maria che tiene in braccio Gesù Bambino; alla sua destra vi è una curiosa figura femminile, detta “Suor Papina”, che soffia la minestra nel cucchiaio prima di porgerla a Gesù. Un gesto tipico, che tutti coloro che hanno ricevuto la grazia di essere genitori hanno fatto tante volte prima di dar da mangiare ai propri figli; un gesto però che non ci aspetteremmo di vedere in una chiesa.

Nell’arte sacra, si trova più spesso un’altra rappresentazione decisamente particolare che è quella della madonna che allatta il bambino; anche in questo caso, un gesto normalissimo compiuto quotidianamente da milioni di donne.

Probabilmente queste immagini urtano la nostra sensibilità di credenti evangelici, perché, non a torto, ci vediamo una esaltazione di Maria che non possiamo assolutamente e giustamente accettare, dato che la Scrittura proibisce qualunque forma di innalzamento delle creature.

Ma proviamo a guardare le cose da un altro punto di vista e utilizziamo queste rappresentazioni per riflettere ancora una volta di più sullo straordinario miracolo dell’incarnazione, che è uno scandalo, una pietra di inciampo per tanti: il Figlio di Dio, la seconda persona della Trinità, che si fa uomo per portarci salvezza, e come un uomo qualunque nasce da una donna simile a tutte le altre, con una gravidanza e un parto simile a quelli che miliardi di donne hanno avuto, e come un uomo qualunque ha avuto la necessità di essere nutrito da sua madre.

Perché in fondo è straordinario anche il fatto che Gesù non abbia scelto di incarnarsi in un uomo di trent’anni, di discendere dal cielo come uomo fatto e finito, pronto per il suo ministero di predicazione e guarigione, che è durato poco rispetto alla sua vita terrena, e pronto soprattutto per lo scopo della incarnazione che era la croce.

Gesù ha deciso diversamente; ha deciso di assomigliare agli uomini anche nella normale crescita, come leggiamo in Luca 2:52: E Gesù cresceva in sapienza, in statura e in grazia davanti a Dio e agli uomini.

Così è stato neonato, bambino, adolescente, adulto; così ha potuto vivere tutte le stagioni della vita (tranne la vecchiaia) con i problemi, le tentazioni, le difficoltà tipiche di ogni età; Eb 2:17: Perciò egli doveva diventare simile ai suoi fratelli in ogni cosa, per essere un misericordioso e fedele sommo sacerdote nelle cose che riguardano Dio, per compiere l’espiazione dei peccati del popolo.

Ma torniamo alla statua della pappa per esortarci l’un l’altro a non smettere mai di lodare, di ringraziare, di sorprenderci davanti a Colui che è la Vita ma che per amore e con estrema umiltà ha scelto di diventare un bambino, esteriormente simile a tutti gli altri neonati, e come tale doveva essere allattato e imboccato. Lui che è il Pane disceso da cielo. Lui che è l’Onnipotente, l’unico che per natura è sufficiente a sé stesso. Lui che è il creatore, il governatore dell’universo, il Re dei Re. Lui che sostiene tutte le cose con la parola della sua potenza (Eb 1:3).

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