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, 10 Marzo 2024

Nel nono capitolo del libro dei numeri, viene descritta la celebrazione della Pasqua nel deserto del Sinai. Accade però che alcuni uomini, consci di essere impuri per aver toccato un morto e quindi di non poter celebrare la Pasqua con il popolo, vanno da Mosè e chiedono come devono comportarsi.
Mosè risponde “aspettate e sentirò quello che il signore ordinerà a vostro riguardo”; dopo essersi consultato con Dio, Mosè ritorna da quegli uomini e dice loro di astenersi dal celebrare la Pasqua vista la loro impurità, ma che potranno festeggiarla il mese successivo.

Aldilà di questa prescrizione, che diventerà poi una norma per tutto il popolo per coloro che erano impossibilitati a festeggiare la Pasqua per un motivo o per un altro, l’insegnamento più importante che possiamo trarre da questa vicenda è proprio l’atteggiamento di Mosè: lungi dal rispondere frettolosamente alla domanda postagli o dal trovare scappatoie o soluzioni umane, lungi dall’agire di impulso o seguendo il suo discernimento, quello che fa Mosè è quello che dovremmo fare sempre noi, in ogni situazione, davanti a decisioni da prendere, soprattutto quelle che possono avere importanti conseguenze per noi e per gli altri: aspettare e consultare il Signore, fermarsi e chiedere a Lui, cosa dobbiamo dire, come dobbiamo rispondere, come dobbiamo agire. E’ un atteggiamento che dovrebbe diventare una abitudine.

Non rifugiamoci dietro facili alibi come la mancanza di tempo, perché la consultazione del Signore non necessariamente richiede tempi lunghi; il Signore guarda il nostro cuore, guarda al nostro atteggiamento e quindi se ci rivolgiamo a lui desiderosi di conoscere la sua volontà per una certa situazione, Lui ci darà la risposta nei tempi e nei modi giusti; se abbiamo poco tempo per decidere e per agire, ce la darà in tempi brevi.

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