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Riciclaggio

, 16 Novembre 2020

Paolo scrivendo a Filemone descrive Onesimo come “un tempo inutile a te, ma che ora è utile a te e a me” (Filemone 11). Ricordiamo il contesto: Onesimo è uno schiavo di Filemone, un credente della città di Colosse. Non era certo uno schiavo modello, probabilmente era pigro, disonesto,  disubbidiente e per questo Paolo lo definisce inutile. Sicuramente era uno schiavo infedele e infatti a un certo punto fugge da Colosse, probabilmente dopo aver derubato il padrone, e si rifugia nella città dove Paolo è prigioniero, presumibilmente Roma. Qui incontra Paolo e si converte a Cristo. Paolo, nonostante lo ami e abbia bisogno di  lui dice a Onesimo di ritornare da Filemone e a quest’ultimo scrive una lettera affinché lo perdoni e lo accolga come un fratello. Dalle altre lettere deduciamo che Onesimo esegue quanto prescritto  ma poi ritorna da Paolo per servirlo nella diffusione del Vangelo.

Il versetto 11 descrive di fatto quello che succede a chi si converte:  da inutili diventiamo utili. Come disse un fratello, la conversione è una meravigliosa opera di riciclaggio: l’immondizia che viene trasformata per essere riutilizzata, rifiuti  destinati alla discarica infernale che vengono riciclati per servire nel regno di Dio. Da inutili, anzi dannosi, in quanto schiavi dell’avversario, nemici di Dio, prigionieri della nostra carne, incapaci di fare il bene diventiamo utili, Utili a chi? Certamente a Dio ma anche al nostro prossimo e addirittura a noi stessi. Invece di fare ciò che è sbagliato e ciò che è nocivo e dannoso per noi e per gli altri, invece di offendere Dio, possiamo essere utili strumenti nelle mani di Dio

È una grazia immensa. Il bisogno di significato, di essere utili e importanti, di non essere trasparenti, di non essere invisibili, di lasciare un segno nella realtà che ci circonda, è un bisogno psicologico primario, fondamentale, assieme a quelli di amore e di accettazione. Dio, avendoci creati, lo sa molto bene e quindi soddisfa questi nostri bisogni se lo lasciamo fare. Ci fa la grazia, il privilegio, l’onore di essere utili. Può esserci una cosa più gratificante, contribuire all’avanzata del Regno, edificare la chiesa, strappare anime alla perdizione eterna? Essere utili a Colui che, per natura,  non ha bisogno di niente e nessuno?

Non c’è niente di lontanamente paragonabile! La più grande impresa umana è spazzatura al confronto: il cardiochirurgo più bravo, l’artista più creativo, lo statista più illuminato, lo sportivo più talentuoso non lascerà niente in eredità quando ci saranno nuovi cieli e nuova terra. Puoi aver anche progettato o costruito il più grande grattacielo del mondo ma “verranno giorni in cui di tutte queste cose che voi ammirate non sarà lasciata pietra su pietra che non sia diroccata” (Luca 21:6). Un piccolo mattoncino nella edificazione della Sua chiesa invece rimarrà per l’eternità! Delle opere di Michelangelo, delle invenzioni di Leonardo non rimarrà niente; un gesto d’amore, una parola di consolazione rivolta a un fratello resterà per sempre.

Carissimi, per mezzo del  sangue di Cristo, attraverso la rigenerazione dello Spirito Santo, Dio da inutili ci ha reso utili. Siamo degli Onesimo, impariamo a comportarci come tali. Per riuscirci la strada è una sola: imparare ogni giorno a morire a noi stessi e a lasciare che il Servo, Gesù, prenda il comando e regni nelle nostre giornate, nei nostri pensieri e nelle nostre azioni.

E’ una scelta che siamo chiamati a fare continuamente: vogliamo essere l’inutile schiavo Onesimo o l’utile fratello Onesimo?

 

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