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Da “Tutti Frutti” a Dio

, 20 Giugno 2020

Il 9 maggio 2020, moriva all’età  di 87 anni, Richard Wayne Penniman, questo era il suo vero nome, che il mondo ha però conosciuto come Little Richard, uno dei più influenti artisti della storia della musica del XX secolo; un personaggio che aveva profonde radici nel cristianesimo delle popolazioni afroamericane. Il suo sopranome era The king of rock’n roll. Lui però preferiva definirsi l’Architetto del rock’n roll, ma non c’è ombra di dubbio che Little Richard sia stato un artista chiave della musica di oggi; un artista che ha segnato il passaggio del rhythm and blues al rock’n’roll. La sua fama negli anni ‘50 e ‘60 era probabilmente seconda solo a quella di Elvis Presley. Un personaggio che ha fatto storia, la cui vita non è sempre stata esemplare, come lui stesso ha più volte raccontato, ma a differenza di altri suoi colleghi famosi, ha concluso la sua esistenza terrena servendo Dio, e parlando di Lui tutte le volte che ne aveva la possibilità.

Era nato in Georgia, Stati Uniti, famiglia numerosissima, terzo di dodici figli, e come per molti afroamericani degli stati del Sud anche per lui il primo approccio al mondo della musica l’ebbe frequentando la chiesa. La sua infanzia non fu facile; il padre lo picchiava, dicendogli che non era il figlio che avrebbe voluto. Un paio di piccole disabilità fisiche, lo portarono poi a sentire la necessità di atteggiarsi al femminile: trucco, vestiti molto eccentrici… il tutto non era certo ben visto a quel tempo nella rurale Georgia.

Fu nel locale della New Hope Baptist Church che il giovanissimo Richard iniziava a cantare, soprattutto gospel e canti legati alla tradizione della segregazione. Tutta la famiglia Penniman aveva profonde radici cristiane, a tratti forse solo nominalmente “cristiane”.

La sua carriera cominciò nel 1951 quando incise diversi brani molto ispirati al gospel, ma il successo stentava ad arrivare, così, nel 1955 cominciò ad incidere con uno stile diverso, a lui più congeniale, stile che aveva già sperimentato nei suoi concerti dal vivo.
La sua canzone più famosa è probabilmente “Tutti Frutti”, datata 1955, che nella versione originale non era così “candida”, ed è considerata la canzone che dette avvio alla rivoluzione del Rock and Roll. Canzone che è stata inserita nel 2010 nella Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.

A pochi mesi dall’uscita del suo primo album, nel 1957, Richard iniziò una tournée in Australia e in quell’occasione annunciò che stava svolgendo gli studi di teologia per il ministero pastorale all’Oakwood College di Huntsville in Alabama, un istituto della Chiesa Avventista. Nel 1958 fondò il Little Richard Evangelistic Team, viaggiando in tutta l’America al fine di predicare e evangelizzare, accompagnando le parole alle struggenti canzoni gospel come “He’s not just a soldier”.

Si sposò con Ernestine Campbell nel 1959, ma il loro matrimonio durò solo quattro anni. Ebbero un solo figlio, Danny Jones.

Durante gli anni Sessanta, in particolare, visse un periodo di grande successo, ed il successo lo portò ad abbracciare uno stile di vita dissoluto a 360 gradi fra sesso, omosessualità, stravizi e droga.

Da notare che in quegli anni negli Stati Uniti, in prevalenza negli Stati del Sud vigevano ancora severe leggi segregazioniste che imponevano che nei luoghi pubblici, inclusi i concerti, ci fossero zone separate riservate ai “bianchi” e ai “neri”. Invece il pubblico di Little Richard, iniziava ad assistere al concerto effettivamente diviso in zone separate, ma il più delle volte le persone si mischiavano insieme. Il suo successo era così trascinante, che piano piano i pregiudizi verso gli artisti afroamericani che si esibivano in locali per bianchi andarono lentamente scemando.

Va anche detto che non solo la sua musica, o il fatto che fosse un nero, scandalizzava i benpensanti dell’epoca, ma anche il suo spregiudicato look, si vestiva con abiti sgargianti, colorati, esagerati; la sua celebre pettinatura imbrillantinata e il trucco sugli occhi gli davano un’aureola pericolosa e lascivia. Tutti elementi inediti per un cantante in quel periodo.

Uno stile di vita che, tra alti e bassi, mantenne per gran parte degli anni Settanta. Nel 1977, Little Richard arrivò a un punto di non ritorno. Due suoi cari amici, un fratello e un nipote che amava come un figlio, morirono, ma il colpo di grazia glielo dette un giorno un suo vecchio amico, Larry Williams, che in crisi d’astinenza gli puntò contro una pistola per farsi dare dei soldi per poter comprare della droga.
A quel punto qualcosa cambiò in Little Richard, e da quel momento decise di abbandonare definitivamente lo stile di vita dissoluto e anche la carriera da rockstar. Diventò un predicatore evangelico a tutti gli effetti, prendendo spunto dai suoi peccati del passato per portare un messaggio di redenzione all’interno delle comunità americane. Un credo, quello evangelico, che aveva nutrito del resto in tutta la sua difficilissima giovinezza; giovinezza che era culminata con la tragica morte del padre, ucciso da James LeRoy, il migliore amico di Little Richard.

Venne consacrato pastore nel 1970 e riprese con forza le attività evangeliche nel 1977, evangelizzando per anni fra piccole chiese e grandi auditorium, celebrando matrimoni, predicando ai funerali.

Va detto che Little Richard ha vissuto una vita altalenante. Durante gli anni Ottanta, si riconciliò con il mondo della musica, tornando a esibirsi in concerto. Tenne il suo ultimo spettacolo all’Orleans Hotel di Las Vegas durante il Viva Las Vegas Rockabilly Weekend nel marzo del 2013. “È stata la mia ultima esibizione. Quando Dio ti tocca la vita non lo vuoi più. Non voglio più cantare rock and roll. Voglio essere santo come Gesù”, disse in un’intervista.

Senza volere di proposito addentrarsi in tanti aspetti della sua vita, va detto che Little Richard è stato un’icona dalla vita piena di eccessi in ogni direzione, con un’influenza enorme su tanti e su tanta  musica moderna.
Va anche detto però che ad un certo punto Little Richard ha rigettato il sesso e l’omosessualità e a proposito del rock’n roll lo etichettò come musica demoniaca. Forse qualcuno di voi non si troverà d’accordo con alcune sue affermazioni, ma questo, che ci piaccia o no, è stato Little Richard.

A noi però piace ricordarlo con la sua ritrovata nuova vita in Cristo… un peccatore perdonato, come del resto è poi ogni figlio di Dio, che ha vissuto una vita, per certi aspetti e per certi periodi, da non prendere come esempio, ma che ha saputo ritornare a Dio e camminare con Lui senza più abbandonare la fede e la retta via che aveva ritrovato.

Dio non ha limiti. Per adempiere i suoi piani e per portare la sua luce, usa gli strumenti che vuole; a volte anche “lampadine fulminate”.

Dal programma radio “Contrappunti” del 23/06/20

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