Libri
Massimo Medda, 20 Gennaio 2014
Una famiglia italiana, benestante. Padre, madre e due figli. Tutti laureati, appassionati di viaggi, cinema, teatro, arte. Dappertutto libri. Nel corridoio di ingresso, nello studio, in cucina, nelle librerie delle tre camere da letto. Sui tavolini, sulle scrivanie, sui comodini, persino in bagno. Libri di tutti i generi, saggi, romanzi, enciclopedie. Di ricette, di viaggi, di filosofia, di fotografia.
Nella stanza in fondo alla casa, su una mensola ad altezza caviglia, laddove i supermercati mettono le merci che sono meno interessati a vendere, anche una Bibbia. E’ una immagine della considerazione che gli italiani hanno della Scrittura.
Eppure viviamo in un paese che all’85% professa un religione che si basa su quel libro, che considera quel libro testo sacro. Una religione che accompagna i momenti salienti della vita, nascita, matrimonio, riproduzione, morte. Una religione che permea ogni aspetto della vita sociale, culturale e politica italiana. Una religione che non è ufficialmente “di Stato” ma dallo Stato ottiene privilegi inconcepibili per qualunque altra religione o istituzione. Una religione i cui esponenti di spicco sono continuamente e largamente presenti nelle pagine dei giornali o nei telegiornali e sono citati anche da politici e opinion leaders che pur non condividono la loro fede.
Che paradosso: un paese con circa 55 milioni di persone che si professano cristiane non conosce la Parola di Dio e di conseguenza non sa chi è veramente Dio, non conosce Cristo, non conosce la via per arrivare a Dio, per vivere una vita sovrabbondante e gioiosa, per accedere alla beatitudine eterna. Non solo, non conosce neanche la vera natura dell’uomo né il peccato né il destino del mondo e via discorrendo.
Che paradosso: un paese così interessato ad ascoltare quanto dice il sedicente rappresentante di Cristo in Terra, almeno a giudicare dalla gente in Piazza San Pietro durante l’ Angelus o dalle folle nelle varie città in occasioni delle visite papali, che non si interessa minimamente a quanto dice Cristo.
Abbiamo la grazia di avere un Dio che si è rivelato alle sue creature e ci ha lasciato la Sua Parola in forma scritta, affinchè nessuno potesse alterarla o mistificarla.
Abbiamo la grazia di avere la Parola di Dio nella lingua che abbiamo imparato nei primi anni della nostra vita e che possiamo leggere senza fatica.
Abbiamo la grazia di poter entrare liberamente in qualunque libreria e comprare la Bibbia con pochi soldi, per alcune edizioni bastano meno di un paio di Euro.
Abbiamo la grazia di poterci facilmente procurare commentari, CD, DVD, dizionari per meglio comprendere il linguaggio e la cultura dell’Antico e del Nuovo Testamento e quindi afferrare meglio le verità spirituali in essi contenuti.
Abbiamo la grazia di poterci riunire liberamente per studiare questo meraviglioso libro e innalzare lodi al Suo divino Autore.
Non disprezziamo questa grazia perché in tante parti del mondo non possono dire altrettanto.
La Tua Parola è Verità, ha detto Gesù nel Getsemani (Gv 17:17). Non diamo per scontata la grazia di avere libero accesso alla Verità.
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