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Ospedale

, 3 Ottobre 2013

“La vita è un ospedale dove ogni malato è in preda al desiderio di cambiare letto. Questo qui vorrebbe soffrire davanti alla stufa, e quello là crede che guarirebbe accanto alla finestra. A me sembra sempre che starei bene là dove non sono, e questa questione del traslocare è una di quelle che sto continuamente a dibattere con la mia anima”.
(Baudelaire – Spleen di Parigi, ’48)

Di fronte a quel senso di insoddisfazione che ci accompagna spesso durante le nostre giornate o al momento del riposo notturno, di fronte al vuoto che sentiamo nel nostro cuore, allo sgomento che proviamo di fronte al tempo che passa o ai grandi perché a cui non sappiamo dare risposta, crediamo di risolvere tutto cambiando lavoro, partner, città, casa, vestiti, hobby, amici; tutto inutile, non troviamo mai niente che ci soddisfi veramente.
Perché, come Baudelaire aveva intuito, il punto è che siamo malati e cambiare il letto non è la soluzione; dobbiamo trovare la cura e, prima ancora, il medico che sappia correttamente diagnosticare la nostra malattia.

Quello che Baudelaire non aveva capito o non volle accettare è che esiste un medico in grado di fare la giusta diagnosi e prescrivere la giusta cura. Il medico è Cristo, la diagnosi è che i nostri problemi, la nostra insoddisfazione, la nostra mancanza di pace e gioia e amore, il senso di inutilità sono solo i sintomi del male che è alla radice, cioè la nostra ribellione a Dio, il rifiuto di mettere Dio al primo posto della nostra vita.
E anche se i sintomi non si vedono o sono diversi da quelli sopra menzionati, la cura è una sola ed è quella che possiamo leggere nella Bibbia: riconoscerci malati, riconoscere in Cristo l’unico medico delle nostre anime, accettare il sacrificio espiatorio della croce come medicina per la nostra malattia, una medicina che non solo cura ma addirittura dona nuova vita, una vita piena, abbondante, soddisfacente.

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