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Arresti domiciliari

, 25 Marzo 2020

Gli Atti degli Apostoli si concludono con la prigionia di Paolo a Roma. Così racconta Luca: E Paolo rimase due anni interi in una casa da lui presa in affitto, e riceveva tutti quelli che venivano a trovarlo, proclamando il regno di Dio e insegnando le cose relative al Signore Gesù Cristo, con tutta franchezza e senza impedimento (Atti 28:30-31).

Fatte le debite proporzioni noi stiamo vivendo una situazione simile a quella di Paolo. Lui era prigioniero ma godeva di una certa libertà, quella per esempio di ricevere visite e di scrivere lettere.

Noi in questo periodo siamo privati di libertà basilari a cui eravamo abituati, che davamo per scontate, in primis quella di uscire di casa, di andare dove vogliamo. Siamo, per il bene nostro e del nostro prossimo, agli “arresti domiciliari”.

Siamo ancora liberi di fare certe cose; a differenza di Paolo, non possiamo ricevere visite ma possiamo tenerci in contatto con gli altri attraverso  i mezzi tecnologici che il Signore ci ha regalato (media, social media, sistemi di teleconferenze…).

E, proprio come Paolo, possiamo e dobbiamo utilizzare bene questo tempo. Paolo infatti  in quegli anni ha scritto, per la grazia di Dio e l’ispirazione dello Spirito Santo, quattro lettere meravigliose, quattro perle assolute, ricche di straordinari insegnamenti sulla persona e l’opera di Cristo: Efesini, Colossesi, Filemone e Filippesi (occorre precisare che, secondo una minoranza di studiosi, queste lettere furono scritte durante la prigionia a Cesarea, ma anche se così fosse evidentemente il succo non cambierebbe).

In quegli anni, attraverso quelle lettere, Paolo ha mantenuto i contatti con tutti i fratelli e, attraverso i suoi collaboratori, ha dato direttive e linee guida, ha esortato e a volte corretto tutte le comunità da lui fondate o visitate contribuendo in maniera decisiva alla crescita delle chiese locali contemporanee e della chiesa universale di tutti i tempi e luoghi.

Oggi, il Signore ci sta regalando un momento straordinario, straordinario nel vero senso del termine, cioè fuori dal comune, ma anche straordinario nel senso che è ricco di possibilità.

Impariamo anche noi a sfruttare questo tempo per meditare la Parola di Dio,  per intercedere, per evangelizzare, per proclamare il Regno di Dio, per esortarci a vicenda, per crescere in comunione fraterna e soprattutto per crescere in comunione con Lui.

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