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Nice-to-have

, 12 Luglio 2018

Nell’azienda in cui lavoro sempre più spesso si sente usare l’espressione nice-to-have. E’ un modo di dire inglese per indicare qualcosa che sarebbe bello, sarebbe utile avere ma non è strettamente necessario, altrimenti sarebbe un “must-have” o, con orribile traduzione dall’inglese, “mandatorio”.
Credo si utilizzi anche nella ricerca del personale, per distinguere le conoscenze o capacità chiave, assolutamente necessarie per poter ricoprire un certo ruolo, da quelle gradite ma non indispensabili.
Nella nostra azienda usiamo quel termine per indicare le caratteristiche che sarebbe bello le nostre auto avessero, ma che non sono assolutamente necessarie, nel senso che, anche in loro assenza le auto le vendiamo lo stesso.

La società in cui viviamo considera la fede in Cristo, nella migliore delle ipotesi, un nice-to-have, qualcosa di bello, di utile, che ti aiuta a vivere meglio, che ti da forza, ti da significato, ti da consolazione nella sofferenza, che ti introduce in una associazione di mutuo soccorso. Qualcosa, insomma, che se la hai è meglio ma in fondo ne puoi anche fare a meno, magari cercando forza e significato in altro o altri.

La Parola di Dio ci dice invece che la fede in Cristo non è un optional ma è “mandatoria” per risolvere il problema che affligge l’umanità sin dall’inizio, il peccato, e poter ottenere la riconciliazione con Dio, la salvezza dalla perdizione eterna, l’accesso al Paradiso.

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