La fine del Natale
Massimo Medda, 23 Gennaio 2018
Natale è passato, ma in ufficio continuano ad arrivarmi biglietti di auguri. La maggior parte dicono Buone Feste o Season Greetings, alcuni Buon Anno; solo pochissimi, pochissimi, dicono Buon Natale.
So che ci sono forti divergenze tra i credenti sulla liceità e opportunità di festeggiare il Natale e non mi esprimo su questo, ma non posso non notare che il mondo cristiano, non pago di aver trasformato una festa nata, si suppone in buona fede, per ricordare la nascita di Gesù Cristo, in un trionfo del consumismo, arrivi addirittura a vergognarsi di ricordare almeno nel nome il motivo di quella festa.
È una parabola significativa di quello che avviene da duemila anni ed è un segno dell’avvicinarsi degli ultimi tempi; gli uomini rinnegano il suo Salvatore, rinnegano Colui che li ha riscattati (2 Pietro 2:1); non è una novità, la grande maggioranza lo ha sempre fatto, ma un tempo lo si faceva di nascosto , nel segreto della propria stanza o del proprio cuore. Ormai lo si fa apertamente, con convinzione forse, magari con orgoglio, o per convenienza, per non “offendere altre culture”. Ma tutto questo ha poca importanza; quel che conta non è festeggiare il Natale ma quel che succede nel nostro cuore.
Quei biglietti da visita sulla mia scrivania servono solo per farmi, e farvi, una domanda: cone ti comporti TU rispetto a Gesù? Rinneghi anche tu, per convinzione o convenienza colui che è andato in croce per te? Rifiuti la signoria di Colui che con la sua morte ti ha strappato dalle tenebre e con la sua resurrezione ti ha dato vita nuova? O testimoni con le parole e con l’esempio la potenza, la misericordia, l’amore di Cristo?
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