Sanremo
Massimo Medda, 20 Febbraio 2018
Da pochi giorni si sono spenti i riflettori sul 68 festival di Sanremo. La canzone vincitrice Non mi avete fatto niente, di Ermal Meta e Fabrizio Moro, è stata descritta come un inno alla vita, al pacifismo, al rimuovere le barriere culturali, etniche, religiose. E con questi presupposti non si può non essere d’accordo. La canzone però scivola in un luogo comune diffusissimo nella cultura postmoderna odierna quando parla delle religioni come “ingressi separati della stessa casa”.
È una affermazione che, appunto, non sorprende visto che il pensiero dominante nel mondo occidentale è quello relativista, per il quale non esistono verità assolute. Ma è anche una affermazione che nessuno che ha una minima conoscenza delle religioni, dalla cristiana alla musulmana, dalla buddista alle animiste, passando per quelle atee, può condividere. Perché è evidente che se è vero il Dio della Bibbia non può esserlo quello (o quelli) indù o quello del Corano, e meno che mai, il non-Dio di chi si professa ateo.
Il punto è allora capire dove sta la verità, se Dio esiste veramente e come è, cosa vuole da noi.
Non è una domanda oziosa, da speculazione filosofica, tutt’altro, perché dalla posizione che prendiamo nei confronti di Dio, dalla scelta che facciamo dipende il nostro futuro eterno.
La canzone di Meta e Moro prosegue dicendo che ci sono “miliardi di persone che sperano in qualcosa”. Quel qualcosa però è molto diverso, va dal paradiso musulmano al nulla ateo, dall’Uno buddista al cielo cristiano. Non sono “ingressi separati di una stessa casa”. Nella casa di Dio c’è un solo ingresso, e non si tratta di una religione o di un sistema filosofico o di un insieme di regole e precetti da rispettare. Quell’ingresso è una persona, Gesù Cristo, che ha detto “io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”.
Chi rifiuta di incamminarsi su quella via non potrà accedere alla casa da un ingresso separato, da una porta di servizio ma dovrà entrare in una altra casa, in un luogo di sofferenza lontano da Dio.
Ci sono “miliardi di persone che sperano in qualcosa”, ma sono molti meno quelli che sperano nell’unico vero Dio. Io ho riposto la mia speranza in Gesù. E tu?
Commenti
Scrivi per primo un commento.