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Vita abbondante

, 18 Febbraio 2013

Ogni mese ricevo il mensile di Porte Aperte e leggo storie, così lontane, di atrocità e persecuzioni a danno di cristiani che vivono in paesi così vicini.
Sui loro volti le cicatrici di case bruciate, percosse subite, figli ammazzati perchè hanno osato testimoniare la loro fede in Cristo. Spesso mi colpisce il loro sguardo, uno sguardo che parla di Gesù, uno sguardo che parla di vita, anzi di Vita. Penso allora a Giovanni 10:10, dove Gesù afferma il supremo scopo della sua incarnazione e morte: portare la vita. E specifica una cosa fondamentale: vita in abbondanza o, come traducono alcune versioni, in esuberanza; il termine greco perisson indica qualcosa che eccede ogni misura, che è più che necessario, che è superiore, straordinario, eccellente; troviamo un vocabolo dello stesso gruppo semantico in Gv 6:13 dove leggiamo della moltiplicazione dei pani e dei pesci; le 12 ceste avanzate sono l ‘eccedenza, il sovrabbondante.

Quel Cristo che ha dato pani e pesci in eccedenza oggi dà vita esuberante a chi decide di seguirlo. Non si è incarnato per portarci una vita triste, misera, indegna di essere vissuta ma al contrario una vita traboccante, più di quella che riusciamo a vivere; per quanto capienti possiamo essere, Lui ci dà di più. E’ nostro dovere aumentare sempre più la capacità di ricevere e in fondo la crescita spirituale è proprio questa, conoscere sempre di più e imparare a ricevere la Sua grazia; ma la sua grazia è sovrabbondante, dice Paolo ai Romani e ai Corinzi (Ro 5:15,17,20; 2 Co 9:8) usando ancora una volta termini della famiglia di perisson! Quello che Lui vuole darci, anzi dal Suo punto di vista ci ha già dato, sarà sempre in eccedenza, traboccherà sempre, come l’olio nei recipienti della vedova di 2 Re 4 che si fermò solo quando i vasi furono tutti pieni.

Cosa vuol dire vita abbondante? Piena, ricca, soddisfacente, intensa, completa, utile, santa, gioiosa, libera, esuberante e via discorrendo, possiamo aggiungere gli aggettivi che preferiamo e ne avremo comunque solo una descrizione parziale. Non parliamo ovviamente di benessere materiale; nè Cristo nè gli apostoli hanno mai predicato la cosiddetta teologia del benessere, così in voga in certe parti del mondo, che ha sicuramente un forte appeal perchè predica l’assenza di problemi e la prosperità materiale per i figli di Dio.
Cristo ci ha promesso ben altro, ci ha promesso gioia e pace e serenità e riposo anche in presenza delle peggiori prove. Cristo ci ha donato vita sovrabbondante perché ci ha dato la Sua Vita, perché ci ha donato sé stesso (Gv 14:6). Stefano mentre lo lapidavano (At 7) o Paolo in carcere a Filippi (At 16) hanno manifestato questa vita abbondante; migliaia di cristiani di cui leggiamo in notiziari come quelli di Porte Aperte testimoniano con i fatti di vivere la Sua Vita.
Al contrario migliaia di cristiani che vivono nella pace e nell’agiatezza, che sono stati benedetti anche materialmente dal Signore, che hanno chi più chi meno di che mangiare, di che vestire, hanno auto, casa, famiglia, salute, non mostrano questa vita e si lamentano continuamente, mormorando di fatto contro l’Eterno come fece Israele nel deserto.

Allora chiediamoci: noi a quale schiera apparteniamo? Stiamo vivendo, o almeno desideriamo vivere, la vita abbondante che Lui ci vuole dare o ci limitiamo a sopravvivere, a vivacchiare? Quanto ci lasciamo distrarre e ingannare dal mondo? Quanto ci lasciamo sopraffare da problemi e affanni? Perché tanto spesso nel nostro sguardo non si legge la Vita?
Chiediamo al Signore di aprirci gli occhi per comprendere e desiderare sempre più la Sua grazia; chiediamogli di poter vivere la Sua Vita e poter dire con Paolo (Ga 2:20): Sono stato crocifisso con Cristo: non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me!

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