Lettera a Corrado Augias
Massimo Medda, 26 Aprile 2016
Sono ateo ma sono profondamente innamorato di Gesù. Così dice il noto scrittore Corrado Augias presentando in TV il suo ultimo libro Le ultime 18 ore di Gesù.
Non ho letto il libro e non conosco personalmente Augias ma ho immaginato di scrivergli una lettera.
Egr. Dott Augias,
in più occasioni La ho sentita pronunciare una frase sconcertante: sono ateo ma sono profondamente innamorato di Gesù. Anche io nutro una profonda passione per Cristo ma non capisco come si possa ammirare Gesù e tantomeno esserne innamorati senza riconoscerne la divinità.
Lei mi insegna che le pretese di divinità di Gesù sono state il motivo della crocifissione (Marco 14:61-64; Mt 26:62-66) ; nel corso della sua vita più volte ha affermato di essere Figlio di Dio (Marco 14:62, Giovanni 5:17-18, Matteo 16:15-17, 14:33, 17:26, 26:63-64) e come tale l’immagine di Dio Padre (Giovanni 8:19, 14:8-9); ha detto di essere nel Padre (Giovanni 14:10) e addirittura di essere una stessa cosa col Padre (Giovanni 10:30-33) e quindi onnipresente e onnipotente (Mt 28:20) . Si è presentato come l’IO SONO (Giovanni 8:24, 28,58), utilizzando lo stesso termine con cui Yahvew si presentò a Mosè (Esodo 3:14) e per questa bestemmia volevano lapidarlo (Giovanni 8:59) .
E queste non sono certo le uniche “assurdità” dette da Gesù; se le volessimo rigettare tutte, dovremmo sforbiciare i vangeli fino a ridurli a brandelli.
Accanto infatti agli straordinari insegnamenti morali che ci ha lasciato, da “ama il prossimo tuo come te stesso” a “chi è senza peccato scagli la prima pietra”, Gesù ha detto cose inaccettabili se pronunciate da un uomo che fosse soltanto un uomo; ha detto di essere privo di peccato (Giovanni 8:46), di poter perdonare i peccati (Marco 2:5-12, Matteo 9:2), di avere il potere di resuscitare i morti (Giovanni 6:54) e, cosa ancora più clamorosa, che è necessario credere in Lui per avere vita eterna e essere salvati (Giovanni 3:16).
Come giudicare un uomo che dice di essere pan di vita, luce del mondo, acqua che disseta (Giovanni 6:35,36,48) e che invita a mangiare il proprio corpo e bere il proprio sangue (Giovanni 6:51-53)? Un uomo che diceva non di essere la strada per la Vita o per la Verità ma di essere lui stesso la verità e la vita (Giovanni 14:6)?
Avendo letto alcuni Suoi libri sull’argomento, posso immaginare la Sua obiezione e cioè che queste frasi non sono mai state pronunciate da Gesù, ma gli furono messe in bocca da zelanti seguaci; ma ad essa si può ribattere altrettanto facilmente: quale movente avrebbero avuto i discepoli? Che tornaconto ne avrebbero ricavato? Perché inventare una dottrina e poi andare a morire per difenderla?
E poi, con quale criterio possiamo scegliere quali frasi siano veramente di Gesù e quali invece sono state aggiunte? Con quale metodo storico o scientifico posso dire che la frase A del vangelo di Matteo è di Gesù e la frase B è stata una aggiunta? A me sembra che l’unico metodo da Lei usato nei suoi libri sia l’antisoprannaturalismo per cui rigetta tutto quello che attiene al soprannaturale, ma mi sembra un criterio molto poco storico e molto poco scientifico.
I vangeli canonici sono scritti assolutamente attendibili dal punto di vista filologico per cui dobbiamo concludere che le frasi attribuite a Gesù siano state effettivamente da lui pronunciate.
Allora, se Gesù ha detto il vero, se Gesù era o meglio è veramente Dio, noi siamo liberi di accettarlo come Signore o di rifiutarlo, sapendo che da questa scelta, e solo da questa, dipenderà il nostro futuro.
Se invece Gesù mentiva, abbiamo due opzioni; la prima è che Gesù sapeva di mentire e allora è stato il più grande ingannatore, l’uomo più malvagio, l’individuo peggiore della storia. La seconda è che Gesù non sapeva di mentire e allora è stato il più grande mitomane, squilibrato, folle. In entrambi i casi, più che la nostra stima avrebbe meritato l’attenzione di psichiatri o di poliziotti.
Chiudo citando C.S. Lewis, il celebre scrittore inglese autore tra l’altro de Le Cronache di Narnia: Un uomo che fosse soltanto uomo e dicesse le cose che disse Gesù non sarebbe certo un grande maestro di morale ma un pazzo oppure il Diavolo. Dovete fare la vostra scelta: ma non tiriamo fuori nessuna accondiscendente assurdità come la definizione di grande uomo. Egli stesso ha escluso la possibilità di quella definizione (C.S.Lewis, Scusi quale è il Suo Dio?).
Massimo Medda
Commenti
Alfonso
27 Aprile 2016
Bellissima e appassionata lettera, la condividiamo in pieno, Alfonso e Lidia