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Vacanze finite

, 1 Settembre 2014

Ormai le vacanze sono finite, si torna al lavoro, riaprono le scuole, e così via… ma ne vorrei parlare ancora un attimo. Nel post precedente ho scritto che c’è una persona, anzi tre, dalla quale non possiamo mai prenderci una vacanza; parlavo del Dio uno e trino che non ci lascia, che lo vogliamo o no, neanche se andiamo dall’altra parte del mondo, neanche se partissimo per un viaggio interstellare; Lui è sempre con noi, in ogni momento, in ogni circostanza, nella gioia e nel dolore, che ne siamo coscienti o meno.

Ma c’è in realtà anche un’altra persona della quale non possiamo liberarci (la parola vacanza viene appunto dal latino vacantia, essere libero) neanche ad agosto o in qualunque periodo dell’anno prendiamo ferie; parlo di noi stessi! Penso sia capitato anche voi vivere dei momenti in cui vorreste scappare dalle vostre debolezze, dal vostro carattere, dai vostri peccati, come cercò di fare Adamo subito dopo aver mangiato il frutto proibito.
Penso che anche voi abbiate avuto il desiderio di prendervi una vacanza da voi stessi, dal vostro squallore, dalle vostre miserie, magari dopo un litigio con persone che vi sono vicine, dopo aver fatto del male a persone che vi vogliono bene, dopo aver realizzato di aver offeso l’Onnipotente col vostro comportamento.
Non è possibile farlo, il nostro io è sempre con noi; forse in vacanza siamo meno stressati, siamo un po’ più sereni per cui è possibile che non diamo il peggio di noi stessi come invece succede in ufficio, a scuola, in famiglia, nel traffico, in coda alle poste, anche se aver visto due donne litigare furiosamente per un pezzo di spiaggia libera mi fa pensare il contrario.

Comunque, più o meno stressati che siamo, non possiamo entrare in una agenzia di viaggi e partire lasciando a casa quel bagaglio ingombrante che è la nostra natura peccaminosa e fondamentalmente malvagia che ci porta inevitabilmente a entrare in collisione con gli altri, a creare occasioni di rimpianto o rimorso e, quel che più conta, a non compiere la volontà di Dio.
Occorre non una vacanza ma una cura radicale, una cura che tagli il male alla radice e occorre un medico che quella cura ce la riveli e ce la fornisca.
Il medico e la cura hanno lo stesso nome: Gesù. L’unico modo per prenderci una vacanza da noi stessi è chiedere a Cristo che sia Lui a vivere al posto nostro (Galati 2:20), che sia Lui ad abitare nei nostri cuori e a farlo da Padrone di casa (Efesini 3:17), che sia il Suo Santo Spirito a guidare la nostra vita affinchè possiamo manifestare il frutto di Galati 5:22: amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo.

E’ una vacanza che non dobbiamo concordare col nostro capufficio, non è limitata nel tempo, non è rimborsabile, non deve essere presa in un periodo prestabilito; può durare 365 giorni all’anno, 24 ore al giorno, possiamo, dobbiamo prenderla più spesso possibile, perché è proprio quello che il nostro Datore di vita e di lavoro vuole e ha reso possibile attraverso la croce.

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